Disturbo depressivo
Il disturbo depressivo maggiore è un disturbo dell’umore caratterizzato da tristezza/insoddisfazione verso le attività quotidiane e pensieri negativi verso di sé e il proprio futuro. Secondo recenti studi questo è il disturbo psicologico più diffuso ed è più frequente nelle donne (25%) rispetto agli uomini (12%) forse dato dal fatto che loro sono più autocritiche e caratterizzate da pensieri negativi mentre gli uomini tendono ad affrontare i loro problemi depressivi con alcool e droghe. Ulteriori indagini dimostrano che è un disturbo maggiormente diffuso nelle classi sociali più disagiate, è ad alto rischio SUICIDARIO e con gli anni si è abbassata l’età d’esordio.
Per diagnosticare il disturbo depressivo maggiore è necessario che siano presenti tutti i giorni per la maggior parte del giorno cinque o più dei seguenti sintomi per un periodo di due settimane e uno di questi deve essere umore depresso o perdita di interesse:
- Umore depresso, riportato da osservazioni di terzi e da self-reports
- Marcata diminuzione di interesse e piacere per le normali attività quotidiane
- Significativa perdita di peso senza seguire diete (5%) e perdita/aumento dell’appetito
- Insonnia o continuo desiderio di dormire
- Agitazione psicomotoria o rallentamenti osservati da terzi
- Sensazione di fatica e perdita di energia
- Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi
- Ricorrenti pensieri di morte e suicidari
I sintomi devono inoltre causare disagio clinico e compromissione delle aree funzionali dell’individuo (sociali, lavorative, familiari…) e soprattutto non devono essere attribuibili all’uso di sostanze o altre condizioni mediche.
Caratteristiche dell’episodio depressivo maggiore
Ogni episodio ha dei sottotipi:
– con manifestazioni psicotiche ovvero deliri o allucinazioni
– con manifestazioni catatoniche ovvero estrema immobilità fisica o eccesso in alcuni movimenti
– post-partum si presenta dopo quattro settimane dal parto
Cause del disturbo depressivo
Tra le cause ci possono essere:
FATTORI NEUROBIOLOGICI: c’è un ereditarietà del 37%. in questi soggetti ci sono bassi livelli di dopamina, serotonina e noradrenalina e in particolare scarsa sensibilità dei recettori della serotonina. Vi è inoltre una maggiore reattività emozionale data da un’ iper attivazione dell’ amigdala e un minor volume della corteccia prefrontale.
FATTORI SOCIALI: è dimostrato che il disturbo insorge dopo una situazione altamente stressante con mancanza di supporto sociale e forti problemi relazionali.
FATTORI PSICOLOGICI: senso di impotenza appreso dopo un evento dove si sperimenta incontrollabilità. Vi sono anche importanti distorsioni negli schemi del sé, del futuro e del mondo caratterizzati da pensieri negativi automatici.
Come intervenire in caso di disturbo depressivo
I trattamenti utilizzati per combattere questo disturbo sono:
TERAPIA COMPORTAMENTALE: far svolgere al paziente attività dove è sicura la buona riuscita in modo tale da avere una buona considerazione di sé.
TERAPIA COGNITIVA: modificare i pensieri negativi del paziente rendendoli più razionali e positivi.
MINDFULNESS: terapia preventiva ovvero si insegna al paziente a riconoscere quando inizia a sentirsi depresso e si cerca di decentrare la visione e dimostrate che quello stato è solo mentale e non caratterizzate di sé mediante la meditazione
TERAPIA ELETTROCONVULSIONANTE: per depressioni non curabili con farmaci e ad alto rischio suicidario. Si induce una crisi convulsiva e la si blocca con una forte scarica elettrica
TERAPIA FARMACOLOGICA: antidepressivi, non sempre efficaci in tutti i pazienti e con molti effetti collaterali perciò molti pazienti interrompono la terapia, ma questo causa una recidiva.
È dimostrato che la terapia cognitiva ha la stessa efficacia degli anti-depressivi ma è priva di effetti collaterali e recidive.